domenica 13 novembre 2011

Post 54esima Biennale

Di ritorno dal Veneto e dalla 54esima Biennale, dal tema Illuminazioni. Nome sapiente per evidenziare due temi: uno l'aspetto illuministico ossia installazioni, luci, proiezioni (perchè diciamocelo l'arte ormai non si esprime più solo su tela), e le nazioni; un introspezione dei vari stati partecipanti.
Nonostante le diverse malelingue su questa biennale, devo dire che è stata abbastanza soddisfacente e la situazione artistica nazionale e mondiale, non è critica, solo ignorata (cit. Emme).
Purtroppo l'arte cerca di avvicinarsi al pubblico, usando soggetti e tecniche di uso comune, ma sembra essere tutto rigettato dal grande pubblico dalla più classica frase "eh ma lo potevo fare anchio", sì ma non ci ha pensato qualcun'altro. Son bravi tutti a dire di essere capaci quando qualcun'altro l'ha già fatto e come diceva il mio professore del liceo di scienze "son tutti bravi dal posto".
Appena si entra in Biennale si può vedere di tutto, e non nel senso prettamente artistico ma umano; si vedono studenti, curiosi, falsi critici, interessanti, annoiati, sperduti, modaioli ecc... E' quasi più interessante fotografare questa massa eterogenea che le opere stesse, anche se in alcuni casi è propria la folla a diventare arte e viceversa.. Ah l'arte contemporanea con i suoi paradigmi!

Non aspettatevi un completo discorso su ciascun padiglione, perchè uno non ho questa memoria inattaccabile e due non voglio fossilizzarmi su un padiglione piuttosto che un altro, preferisco avere una vista più globale, dato che qui si parla di arte.

Torniamo alla mattinata in Biennale! Ci sono tante tematiche che vengono affrontate, ma quelle che vanno sempre forte sono:
-La società moderna, con la sua violenza, superficialità, stupidità, pigrizia.. Il solito cercare di denunciare la civiltà dove si vive, mostrando sangue e violenze e spreco.. Tanto spreco;
-Sacro e Profano, è un tema che in tutta la storia dell'arte è perennemente presente, sarà che non riceve mai troppe critiche (se non dal clero) e che piaciono al pubblico le cose sacre non su un piedistallo ma un po' più terrene;
-Frammenti del passato, una cosa che ho trovato spesso nei padiglioni dell Est Europa. Un rimando agli errori e orrori del passato, forse un peso troppo gravoso che ancora non riescono a scrollarsi. Un uso uniforme del grigio, che congela gli attimi in modo apatico, a dispetto della loro tradizione coloristica (vedi Kandinskiij, il Cremlino e tutte le icone fatte nell' Est);
-Coinvolgimento dello spettatore nell'opera stessa, dato che l'arte cerca di avvicinarsi al pubblico perchè non farlo con installazioni interattive? Dal Bancomat musicale al muro di pongo.
-Icone, decontestualizzate, perchè diciamocelo è bello riconoscere un personaggio in una mise (tenuta) bizzarra o del tutto fuori luogo.

Artisti che si fanno capire, e che non fanno troppa introspezione su se stessi o sul mondo, che esprimono concetti semplici. Che poi vengano compresi è tutt'altra questione.
Non bisogna pretendere di capire tutto, e uscire di lì avendo capito tutto di tutti, di ogni singolo artista e padiglione, certe volte le cose non si capiscono ed è giusto così, bisogna andare là non per visitare un evento mondano, ma come se fosse un cammino.
Come quei cammini spirituali, solo che in questo caso nutri la mente e l'anima (oh sì è un discorso molto astruso e filosofico), vedi colore, concetti astratti messi in atto, oppure una sedia ricoperta da cellulari e ti chiedi il perchè. In questi casi bisognerebbe aprire un po' di più la mente, e non pensare ai soldi spesi per vedere tutto ciò, perchè se no si rimaneva a casa!

Forse il pubblico prefersice quegli artisti rinchiusi nelle loro torri d'avorio, che parlano un linguaggio tutto loro, che dietro a ogni cosa c'è sempre un significato intrinseco nascosto. E' forse troppo scontato pensare che se si piega della carta, si sta piegando della carta e che esso dà un effetto di luci e ombre esteticamente apprezzato. Le cose semplici, non sono sempre apprezzate, questo perchè si tende ad apprezzare di più un lavoro manualmente più complesso, piuttosto che un lavoro mentale complesso, che serve a rende il procedimento manuale più semplice. Si ha l'idea che le cose pensate diano meno a livello artistico piuttosto che le altre. Certamente non è un'idea universale che vale per tutte le opere viste, anche perchè ci sono cose complesse sia mentalmente che manualmente che ti lasciano interdetto.

Insomma l'arte è qualcosa di complesso, tutti sanno cosa sia, ma nessuno sa cosa non è. Perchè è arte un pazzo che corre e urla in turco, mettendo in imbarazzo i presenti; è arte un finto acquario disegnato e proiettato, è una stanza rossa che ti crea un post immagine fastidioso, è arte un quadro dove si intravede un'ombra e ti fa voltare, è arte scrivere sugli scontrini delle poesie, ed è arte mettere un'aquila impagliata con tanto di riviste scandalistiche (così che faccia la civetta). E' arte dire baguette con sorpresa invece che soppressa!

Questo è quello che posso dirvi a riguardo della Biennale, nulla di particolare perchè sarebbe meglio vederla dal vivo che leggere critiche e commenti, adesso è il momento un po' critico che da una settimana sto ponderando.
Il nostalgismo (no non credo esista questo termine) che affligge tante persone, ossia guardare al passato osannandolo e convincendosi che niente potrà mai superare quello che è stato, che ormai è tutto così ovvio e banale, che è meglio rifugiarsi in vecchi film, vecchi artisti. Gli stessi cinema con queste riproposte di vecchi film sta dando da mangiare a questa nuova corrente.
Il passato ha creato delle ottime cose, ma non si può pensare star fermi lì a guardare il passato e non far niente per rendere il futuro altrettanto strabiliante! E' giusto conoscer ciò che è stato per comprendere meglio presente e futuro, ma non rimanerne intrappolati.

Morale di questo intervento: la Biennale è stato un buon modo per vedere la situazione attuale dell'arte contemporanea, e non è vero che le avanguardie abbiano fatto meglio o peggio, a ciascun periodo storico il suo momento artistico, senza guardarsi troppo indietro. E se non si capisce ciò che si sta guardando o semplicemente ci si annoia a vedere un documentario, non sentitevi stupidi! Ciascuno ha il suo modo di interpretare il mondo e alcune cose verranno capite ed altre no. Certe cose saranno strepitose ed altre delle cagate pazzesche. E' giusto così, la differenza sta nell'atteggiamento che voi avrete nei confronti dell'arte, e tanto lei non ce l'avrà mai con voi se gli dite che è brutta.

Ora un po' di frammenti di questa 54esima Biennale

Padiglione Svizzera

Padiglione Danimarca

Padiglione Danimarca

Padiglione Danimarca

Padiglione Danimarca

Padiglione Venezuela

Padiglione Venezuela

Padiglione Giappone

Padiglione Corea

Padiglione Corea

Esterno

Padiglione Germania

Padiglione Canada

Padiglione Francia

Padiglione Cecoslovacchia

Padiglione Cecoslovacchia

Padiglione Uruguay

Padiglione Uruguay

Esterno

Padiglione Israele

Padiglione Belgio

Padiglione Olanda

Padiglione Ungheria

Padiglione Centrale

Padiglione Centrale

il mio contributo al Padiglione centrale

Padiglione Centrale

Padiglione Centrale

Padiglione Venezia

Padiglione Austria

Arsenale

Arsenale

Arsenale

Arsenale Italia

Arsenale Italia

Arsenale Italia

Arsenale Italia

Arsenale Italia

Arsenale Italia

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