martedì 6 novembre 2012

Ritorno in patria. Racconti di Capitan Poppa

Ebbene son tornata prima di quei fatidici 6 mesi. Al momento sono ufficialmente in licenza, a casa per ritrovare i miei affetti, per rilassarmi e per godermi tutto il freddo.
Certo son felice di essere a casa, qui nella comodità della mia stanza ma non posso considerarmi davvero felice al 100%. Io stavo bene là, in quella terra di pirati e uragani. Ogni giorno mi svegliavo e guardavo fuori se era un ottima giornata per fare foto, mi domandavo se il sunset sarebbe stato bello, speravo che il sole non fosse troppo caldo da farmi male alla testa.
Un po' vi ho raccontato qual'era la mia routine nel RIU, il ballo sul ponte, quella sorta di diatriba fra i due resort, riso e pollo, il lobby bar.
Il giorno della mia partenza è stata un po' un'odissea anche perchè ci sono stati mille problemi fra ritardi e guague rotte, check-in rimandato di 1 ora, sembrava quasi che qualcuno non volesse farmi partire. Ho pianto.
All'inizio di questa avventura pensavo di essere di quelle persone che vanno in Repubblica Dominicana, e ci vanno solo una volta nella vita per poi non tornarci più, ahimè non è stato così. Io là ci ho lasciato il cuore, per il posto paradisiaco che è, per le persone che nonostante non abbiano nulla sono felici.
Noi europei ci siamo creati tante necessità, tanti bisogni che poi ci rendono schiavi e non ci servono sul serio; con questo non voglio dire che là han capito tutto della vita, questo sicuramente no. Però sono rilassati vivono senza troppi pensieri con tutti i pro e contro di questo modo di vivere.

La cosa migliore che mi è stata detta quando sono tornata è stata "hai quello sguardo di quando eri piccola", e questa significa tante cose, significa che sono più felice, e in pace con me stessa.


Son tornata un Capitano diverso, meno severo più riflessivo. Quello che volevo dalla vita da 3 anni a questa parte era uno scrollone un cambiamento decisivo, e così è stato.

Capitan Poppa

lunedì 22 ottobre 2012

3 mesi. Racconti di Capitan Poppa

E con ieri festeggiamo i 3 mesi qui a Puerto Plata.
Bè sono diventata un pochino più scura rispetto a quando sono arrivata, i miei capelli sono più lunghi e più chiari, e parlo un po' di spagnolo. Si è parlato di un mio ritorno anticipato in continente, ancora non voglio spendere parole a riguardo, l'imprevisto purtroppo è sempre dietro l'angolo.
Qualche cliente è tornato, e la cosa più bella è il fatto che mi abbiano riconosciuto e che appena mi  han visto son corsi ad abbracciarmi. Clienti nuovi se ne sono andati e altri arriveranno.
Penso a casa, al freddo alle maniche lunghe. Un po' mi manca, sono onesta, però so già che quando sarò a casa mi mancherà stare qua. La mattina a fare foto in piscina (in questo caso a Merengue) e aspettare che il ballo sul ponte sia finito, e che Cheeky Monkey abbia dato il buongiorno in 5 lingue differenti. Convincere la gente in spiaggia a fare una sessione e dire alle ragazze, quanto son carine e di come possono venir bene in foto. Stare con i bambini, giocare con loro e farli sorridere per avere una gran bella foto. Fare sessione al tramonto, sperando che non sia ne troppo luminoso, ne troppo nuvoloso, anzi un poco di pioggia appena prima della sessione non sarebbe male!
Poi la sera al Lobby Bar, con la camicia bianca cantando le canzoni della baby disco, ed esserne convinti. Fare il set fotografico e accalappiare più clienti possibili.
Infine la notte alle 10 andare allo Snack, che è un po' come un McDonald self service, parlare con i camerieri e sperare che sia avanzata della torta.
Insomma questa è un po' la routine quotidiana qui nel Riu, le stesse canzoni, le stesse frasi in 5 lingue diverse.

Set Bachata

L'indecisione mattutina

Set Merengue



lunedì 24 settembre 2012

Gente di mare. Racconti di Capitan Poppa

Sono ormai due mesi che mi trovo su questa isola in mezzo all'oceano.
Ho cominciato a capire quanto è diversa la vita nella vecchia europa, tutto è molto più frenetico tutto viene fatto di corsa anche le cose minime.
La stessa concezione di vita è diversa, non si può dire che sia più giusta la nostra concezione o la loro, diciamo che ci sono pro e contro in entrambi i modi.
Sono diverse tante cose, la mimica facciale, il gesticolare i modi di dire e fare, lo humour.
Amo fare foto, amo quando le persone che non vogliono fare foto poi si ricredono e ne chiedono di altre, queste sono quelle piccole cose che mi fanno soddisfazione.
Prendere quei momenti di pausa e guardare il mare e ascoltare le onde, parlare del più e del meno con i turisti, ridere quando questi non capiscono da dove vengo.
Sentire Psss e girarsi ogni volta, non prendersi troppo sul serio.
Tutto questo è la vita qua su questa isola.
Non ho tantissime parole da spendere a riguardo, perchè sono quelle cose che vanno vissute. Ancora ripenso a quel giorno in cui risposi all'annuncio e quando mi dissero che sarei partita. Non avrei mai più pensato di trovarmi così bene, così lontano da casa.

Esperimenti fotografici notturni

Natura al Riu

Boda

Non prendersi troppo sul serio

lunedì 6 agosto 2012

Nuvole. Racconti di Capitan Poppa

Qui c'è un gran daffare, lavorare tutto il santo giorno fare fotogrammi e poi rivenderli ai turisti che sbarcano sull'isola. Non è un lavoro semplice anche se può sembrarlo.
La giornata inizia ala mattino di buon'ora e finisce nella notte con patatine e hamburger.
Il clima è quello giusto per navigare, il mare è blu come il cielo e un leggera brezza spira fra le palme. Ebbene sì questa è la descrizione di una giornata tipo qui a Puerto Plata, bè tranne oggi che è solo molto nuvoloso e non c'è la parvenza di sole.
Il cibo ha un sapore strano, tutto è più dolce, persino l'acqua. Il riso sembra essere piatto nazionale, ogni giorno c'è la zuppa, e il pollo non è mai disossato.
Ma non c'è niente da lamentarsi, alla fin fine il clima, paesaggio e la gente ripaga il tutto!







sabato 21 luglio 2012

TERRRAAAAAAA! Racconti di Capitan Poppa

Al fine eccoci giunti nella mistica isola!
Il viaggio è stato quasi eterno, con nostromi che parlavano solo ispanico è stato non poco difficile farsi capire, ma alla fine ce l'abbiamo fatta. Il primo posto che ho visitato è stato il principato di Bavaro, qui ho trovato altri navigatori italiani, e con loro ho mangiato il piatto più buono del mondo... la pizza!
Anche loro volevano che rimanessi lì con loro, ma il mio viaggio doveva portarmi in un altro posto, più a nord a Puerto Plata.
La mattina seguente siamo partiti alla volta della nostra meta, e nonostante la pioggia siamo arrivati nel villaggio. Tutti molto gentili, anche se perlopiù sono autoctoni e parlano ispanico (vorrà dire che dovrò impararlo), si son presentati tutti. E oggi è l'alba di un nuovo giorno qui, si inizia con piccoli lavori da mozzo, per poi fare qualcosa del mio rango!
Davvero è tutto molto bello qui, non saprei come spiergarvelo è sempre estate! Quando caricherò le foto vedrete cari nostromi!
Ora il capitano si congeda perchè deve fare ancora colazione!
Al prossimo aggiornamento
AHI AHI!


aeroporto di Madrid

Si và

nuvole sull'oceano

tramonto :)

mercoledì 18 luglio 2012

Issate l'ancora (parte seconda) Racconti di Capitan Poppa

Il gran giorno è arrivato. La stiva è piena, bè quasi, l'emozione tanta e il blog ha cambiato volto!
Ebbene, in questi giorni ho rivisto alcuni nostromi, così per un'ultimo saluto. Fortunatamente non è stato di quei saluti strappalacrime, anzi pieni di risate, come se niente stesse per accadere.
Fuochi d'artificio, (ahimè le zanzare) le persone giuste, e un po' di limoncino.
Questo non sarà un intervento triste e stucchevole, già ve lo dico.
Ancora non ci credo, mi sembra ancora così tutto irreale, ma mi conosco so che fino a domani non mi renderò della cosa. Quando vedrò la mia nave, e realizzerò di dover viaggiare da sola, allora sì che mi salirà quella sorta di panico, che mi fa dire "ma cosa sto facendo?".  Mi aspetterà uno scalo, ed è quello che mi preoccupa particolarmente, scendere a Madrid aspettare 5 ore e poi ripartire per Punta Cana. Cosa farò in quel tempo? Mi struggerò? Mangerò?
Non so, ora come ora è più la sensazione di voler andar via che quella di restare, tanti drammi stupidi e insensati hanno caratterizzato quest'anno, e forse tutte queste situazioni mi hanno spinto a rispondere a quell'annuncio senza pensarci due volte.
Guardo ancora un po' fuori dall'oblò per vedere ancora per una sera le nuvole, e il paesaggio agreste che mi circonda, quando tornerò probabilmente sarà tutto innevato.
Passerò le festività là, il Natale al caldo e pure Capodanno.. persino la fantomatica fine del mondo!
Sarà un'annata diversa da tutte, quel cambiamento che da tanto aspettavo. Affrontare le cose a testa alta e portare a termine ogni compito, questo sarà il nuovo motto di questa nave.
E nei momenti di sconforto, aprirò la mia agenda per vedere alcune foto, e tutto passerà come una tempesta nel mare.

L'ultimo saluto in suolo nazionale, la vostra Capitan Poppa.

giovedì 12 luglio 2012

Issate l'ancora! (parte prima) Racconti di Capitan Poppa

Ne è passato di tempo da che pensavo di navigare per i mari dell'est. Ero convinta e compiaciuta della cosa, e invece non è andata così. Dopo un primo permesso di navigazione la marina da quelle parti non ha dato più notizie per cui, da buon pirata che non può rimanere in un porto per troppo tempo, mi son messa a cercare avventure nuove!
Cercando e cercando trovai questo annuncio che richiedeva servigi fotografici, nei caraibi più precisamente nella Repubblica Dominicana; risposi senza dare troppo peso all'annuncio, fra me e me pensavo "ah tanto vuoi che prendano un capitano con così poca esperienza?". Dopo qualche giorno mi chiamarono per.. come li chiamate qui sulla terra ferma? Ah sì colloquio. Un po' di domande su quello che faccio (saccheggio no?! AHHHRRRR) e qualche prova di maestria piratesca.
La sera stessa mi dissero che sarei salpata per i caraibi... che dire? Ero al settimo cielo, entusiasta, non ci volevo credere! Però non è tutto rose e fiori, per via di questa stupida usanza terricola.. la burocrazia.
Eh no cari amici pirati non è semplice prendere e andare, un conto quando si rimane nei confini della propria nazione, ma quando si parte per un posto che non è nemmeno il proprio continente le cose si complicano un bel po'. Sarei dovuta andarmene (e fare questo post) circa un mese fa, e invece mi ritrovo a partire con un mese di ritardo ahimè.
Ci vuole una carta speciale per varcare il continente, il passaporto, che te lo danno con estrema calma nonostante sia qualcosa di strettamente necessario. Poi il traffico, non si direbbe, ma c'è un grande traffico per partire e le tasse doganali sono a dir poco eccessive!
Ecco principalmente i motivi per cui la partenza è stata ritardata.
Ma eccoci di nuovo qui con una data precisa, il 19 luglio.
Quello sarà ufficialmente il giorno della mia partenza (in settimana via piccione viaggiatore mi arriveranno ulteriori carte per lo sbarco).
Dal chiuso mare Mediterraneo, fino al mare dei Caraibi... la casa natale di tutti i pirati più famosi.
Certo sono un capitano ma posso anchio lasciarmi andare a qualche sentimentalismo pre partenza no? E se i nostromi avran qualcosa da dire, quella è l'asse e là sotto c'è uno squalo di zucchero affamato!
Dicevo, ci sono tanti pensieri in questo momento, e ce ne sono stati tanti nelle scorse settimane. Partiamo da quelli più remoti, il non avere risposte e certezze ha mosso in me quel tipo una paranoia che giorno e notte mi sussurrava "è tutto finto, non andrai mai", insomma la paura che fosse di quelle truffe tipo "vinci 100,000 dobloni, chiama ora!". Non si è mai troppo cauti per mare.
Poi la cosa è andata via scemando (fortunatamente), vedendo che una data si appropinquava, e che ormai gli ormeggi e le provviste erano pronte.
Mentre guardo la stiva penso. Penso che sarà una vera e grande avventura, che sarò molto distante da tutti e tutto, che per un momento sarò sola in un posto che non è nemmeno la mia patria e che non ha nemmeno lo stesso fuso orario (parliamone -5 ore son un bel po'!). E' quella sensazione di sublime, paura ma allo stesso tempo fascino. Non posso negare di avere paura, nonostante il mio atteggiamento sicuro che guarda verso la stella polare, un po' di paura c'è.
Ma è piccola, non mi blocca.  C'è molta più voglia di avventura, di cambiare aria per un po', di viaggiare e sentire la salsedine sulla pelle.
Così è la vita da pirati, chissà dove mi porterà, chissà se perderò i miei bagagli (questa è la mia paura più grande!)! Bè al prossimo aggiornamento.  AHHRRRRR!

Che diavoleria è mai questa?!

mercoledì 23 maggio 2012

Pirati dei Caraibi

A quanto pare capitan Poppa, partirà per i Caraibi. Non state leggendo male.
Be bisogna ancora firmare il contratto e prendere il biglietto e tutto. Ma a quanto pare qui si parte :)

sabato 12 maggio 2012

Un po' di colore

Cromatologicamente parlando, ci sono momenti in cui vedi tutto nero altri tutto grigio. In questo caso ci sono momenti in cui vedi i colori ma non riesci ad assimilarli.
Non del tutto qualche colore l'ho assimilato. :)

martedì 24 aprile 2012

Superman


Conosciuto anche come Nembo Kid, uno di quei classici supereroi senza macchia e senza alcun timore, che il nuovo continente ha sfornato negli ultimi 100 anni.
Spesso considerato il supereroe per antonomasia, con il suo ricciolino che gli ricade sulle tempie e l'aria un po' sfigata quando veste i panni del normalissimo Clark Kent.
Trattato il più delle volte con una certa superficialità, lui ha i super poteri può tutto e fa il bravo della situazione, combatte i cattivi e i supercattivi; qualche volta riportando ferite, ma nulla di eccezionale.
Ma chi è veramente Superman? Un super uomo, certo perchè ha poteri che noi comuni umani non abbiamo, non possiamo andare in giro volando e non possiamo sollevare i camion. Non è un super uomo solo per questi motivi, lui può essere considerato super perchè i suoi poteri li usa per il bene altrui.
Ammettiamolo con i poteri di Superman, perchè dovremmo aiutare gli altri? Potremo usarli a nostro piacimento e governare sull'intero pianeta.
Ma lui, Clark Kent non lo fa.
Lui è cosciente di quei poteri che le persone comuni non hanno, sa anche che i suoi poteri su Crypton era qualcosa di normale, ed è forse proprio questa sua consapevolezza a salvarlo dal "lato oscuro".
Poi c'è la fortezza delle solitudine, situata al polo nord.
Certamente ha una location e un nome molto altisonante, e questo rende la vicenda del nostro supereroe ancora più avvincente.
Superman è solo? Sì lo è. Per quello che ha una fortezza della solitudine, perchè lì può essere normale, forse piange e urla. Non può farlo mentre è in servizio come supereroe, daltronde chi si fiderebbe più di un supereroe che piagnucola e che magari ha qualche problema esistenziale?
Allora lui và nella sua fortezza lontano da tutti, quel posto dal nome così altisonante. E cade sulle sue ginocchia e piange.
Nessuno può capirlo, probabilmente non vuole nemmeno essere capito.
Lui ha un dono, quello di essere superiore oggettivamente a tutti. Può far cose che gli altri non possono fare e può aiutare.
Superman ha scelto la strada più difficile nella vita, quella di essere altruista e non ricevere nemmeno un grazie perchè, quello del supereroe è diventato un mestiere. 

martedì 17 aprile 2012

Foto ricevute.Racconti di Capitan Poppa

Qualche tempo fa ricevetti da un caro amico delle foto di quando ancora mi chiamavo Topina.
Ricordo bene quel giorno e quel periodo.
Frequentavo le elementari, ero una bambina molto solare e un "attacca bottone" come diceva sempre mia nonna, bè forse non tutti sanno cosa voglia dire; un attacca bottone è una persona che fa amicizia e che parla con tutti.
Da piccola quando giocavo al parco, facevo amicizia molto facilmente forse ero un po' invadente, ma era divertente così.
In questa foto sono a casa del Gigi, ricordo che fui invitata a casa sua un pomeriggio dopo la scuola per andare a giocare, mi divertii molto quel pomeriggio, a vedere la cameretta di un amico i suoi disegni e poi a giocare.
Non mi importava che fossi andata a casa di un maschio.
Il giorno seguente tutte le mie compagne di classe mi fecero il terzo grado, perchè ero stata a casa di un maschio e a quanto pare era inammissibile! Per loro era qualcosa di strano, che forse non si doveva fare.
Nonostante ciò dopo questa mia uscita, anche le altre bambine nei giorni seguenti andarono da lui a giocare e fare i compiti.

Morale della storia, son sempre stata una cattiva ragazza :D


venerdì 13 aprile 2012

Mi dica la cosa più folle che ha fatto. Racconti di Capitan Poppa

Mercoledì 11, nonostante la pioggia si parte per i mari dell'est per un primo colloquio.
La navigazione è lunga e i pensieri sono tanti.
Là, tensione e ansia scompaiono dal momento che metto piede nel porto, le guardie mi fan lasciare nome e cognome e mi indicano la strada. Mi fanno attendere per un po' e poi si comincia il colloquio.
Tante domande come fosse un interrogatorio.
Rispondo tranquillamente, mi dicono che sono una persona davvero decisa e si sorprendono quando affermo di essere una persona malinconica, "non si direbbe" dice.
Dopo circa un'oretta finisce il colloquio, mi dicono che settimana prossima riceverò un telegramma che mi dirà se potrò di nuovo andare in quel porto o se la mia avventura finisce qua.
Chissà.

martedì 10 aprile 2012

Subbuglio. Racconti di Capitan Poppa

C'è il mare mosso, un po' per tutti ultimamente. Sarà che il brutto tempo non affatto a favore e che siamo tornati a temperature autunnali, ma questo tipo di subbuglio non è di quelli che può rovesciare la nave di esperti pirati.
Cambiamenti, tantissimi cambiamenti e le festività pasquali ce li hanno serviti in dolci uova di cioccolato.
Bè i miei compagni stan passando diverse avventure, Bell'Ammiraglio nei mari inglesi alle prese con un ciurma completamente nuova, e MotMot che cerca un'altro attracco dove navigare, si vede che c'è gentaglia lì dove sta.

Per quanto mi riguarda, ho avuto diversi trascorsi.
Negativi, per quanto riguardo la perdita di qualcuno a cui tenevo, particolarmente a cui ogni notte và il mio pensiero.
Positivi, mi è stato dato permesso di navigazione nei mari dell'Est per un giorno, ossia domani.
Positivi-Negativi, pensieri confusi, molto confusi su una situazione che prima o poi sarebbe accaduta, era inevitabile e poi con uno scenario come le luci sull'acqua era il momento migliore. Però ci sono i dubbi dei giorni avvenire. I perchè i se e i ma.. Tante cose che sommate a tutte le altre che stanno accadendo rende tutto difficile.

Già è criptico quello che ho scritto, ma deve essere così.

mercoledì 4 aprile 2012

Tutti in gita per lavoro!

Considerato che ahimè la vita và avanti e che fortunatamente non mi capitano solo sfighe nella mia vita.. Oggi sono andata a milano (più precisamente alla redazione del settimanale A), per un'intervista. Dovete sapere che il settimanale in questione collabora con diverse aziende in Italia, e diciamo che valuta le persone con talento e cerca di combattere le raccomandazioni. Questo è il loro slogan.
Comunque io ed altri chiamati dalla rivista, ci ritroviamo tutti lì per un'intervista, che verrà poi pubblicata su web. Una di quelle interviste video che dove chiedono, cosa pensi del mondo cosa farai, eccetera eccetera. Dopo i primi imbarazzi, e la paura di muoversi dal proprio spazio, lo staff si rivela molto gentile cercando di farci sentire a nostro agio, e puntando perennemente una videocamera addosso.
Uno per uno ci sottoponiamo a questa intervista, in piedi guardando dritti in camera e assaliti da un iniziale panico. 
Si fa un giro per la redazione, come fossimo in gita. Ci fanno vedere dove e da chi vengono scritti gli articoli, chi seleziona le foto, insomma tutti gli elementi per una rivista (eccetto i grafici un po' nascosti dietro i monitor e dagli occhi stanchi).
Ci offrono il pranzo, si parla in modo più rilassato.
Si parla tutti insieme, siamo tutti comunque sulla stessa barca; giovani con tanti sogni ma con le porte chiuse.
Si ride si scherza, ci si scambia i contatti. Insomma è come se non fossimo poi così sconosciuti. 
Torno a casa, e chissà perchè qualcuno aveva dimenticato una scatola di sale sul treno... Intanto il mio cellulare si è scaricato definitivamente e rimane spento fino al ritorno a casa.
Un'oretta fa vedo un messaggio, di quelli che dicono che mentre il cellulare era irrangiungibile. 
Il prefisso era 0422   :)

martedì 3 aprile 2012

Foto che parlano

Diceva un mio professore, che dalle foto si può vedere lo stato d'animo del fotografo.






credo avesse ragione.

sabato 31 marzo 2012

Ciao Cappuccino

Non si intende la bevanda calda Cappuccino, ma era il nome del mio gatto.
Era, perchè adesso non c'è più, anzi per un attimo c'è stato nei miei sogni. Era lì che mi guardava e si strusciava come suo solito, ero felice perchè lui c'era, ovviamente era un incubo quello di prima. E invece no. Quello era un sogno, e la realtà era triste.
Quelli che affermano "eh ma è solo un gatto" non lo possono capire, e non lo capiranno mai.
Era parte della famiglia, come tutti gli animali in questa casa, lui ne aveva passate di tutte e ne era sempre uscito vincitore, ma questa volta no. Questa volta non son state le malattie, ma una macchina troppo veloce.
Aveva ancora la coda gonfia, poverino deve aver preso un bello spavento.

Fa male fa davvero male, e dopo le belle notizie degli scorsi giorni è ancora peggio.

Cappuccino mi mancherai tanto, la tua perenne voglia di coccole, il tuo modo goffo di giocare i tuoi occhi azzurri un po' strabici.

Ciao Cappuccino.

venerdì 30 marzo 2012

Pensieri felici

Qualche volta ho pensato che nonostante il grande impegno che metto nelle cose, questo non venisse mai riconosciuto.
Poi una chiamata, dopo un pomeriggio dedicato completamente all'ozio, dopo un po' di parole capisco che forse c'è una piccola speranza.
Bè essere scelti fra un mucchio di 500 non è cosa da poco, certo non son l'unica ce ne sono un po' però qualcuno ha visto il mio impegno.
Dopo il 4 aprile vediamo cosa succede....

lunedì 26 marzo 2012

L'importanza di uno smile

L’origine delle emoticon, o smile è alquanto controversa, c’è chi fa risalire la sua prima apparizione al ‘79 altri al ‘82, sta di fatto che entrambi introdussero questa punteggiatura perchè volevano rendere un po’ meno freddi i messaggi testuali.
E riuscirono in questo intento, oggi siamo a dir poco sommersi dalle emoticon, si usano negli sms nelle mail e nelle attuali messaggerie istantanee le emoticon sono anche animate e ripetono il medesimo movimento all’infinito.
Perchè lo smile è diventato così importante? Oggi è la quotidianità, non scrivere uno smile potrebbe innescare una serie di paranoie del tipo “oddio ce l’ha con me” oppure potrebbe creare castelli in aria come “mi ha fatto uno smile quanto è dolce!”. Questi sono esempi di smile nella quotidianità.
Ci sono casi in cui lo smile effettivamente esprime veramente la nostra persona, sono quei momenti in cui per lontananza, non si può essere accanto a determinate persone e si vorrebbe dar loro semplicemente un sorriso; un sorriso perduto tempo fa per vari motivi, un sorriso che qualche volta si deve indossare per avere una buona facciata, un sorriso dimenticato.
Certamente è un ammasso di punteggiatura, però in mancanza della fisicità bisogna accontentarsi di questo. Ringrazio colui che pensò a rendere più emotivi i messaggi testuali, e non lo ringrazio per il loro attuale uso sconsiderato, ma lo ringrazio per la possibilità di sorridere anche quando è impossibile vedersi.


domenica 18 marzo 2012

Casa. Racconti di Capitan Poppa

Quando si viaggia per mare, specialmente se soli, si pensa qualche volta al significato della parola casa.
"There's no place like home" diceva Dorothy nel Mago di Oz, e aveva ragione, non c'è nessun posto come casa; un posto dove ti senti libero di esprimere te stesso, dove (si potrò essere poco raffinata ma che volete farci sono un pirata) rutto e scoreggia sono liberi da ogni imbarazzo, e dove non vorresti mai andartene.
Ma cosa è esattamente casa?
E' un posto fisso e assoluto?
E' qualcosa dentro la nostra testa, culturalmente connotato e socialmente riconosciuto?
E' davvero quella che noi chiamiamo per comodità "casa nostra"?
Ultimamente ci ho pensato spesso, e come tutte le cose, ho capito che non esiste una definizione assoluta di ciò che noi definiamo emotivamente casa.
Tanto persone ritengono come casa solo una e una sola abitazione, altre il posto dove son nate ma non quello in cui vivono, altre ancora posti in cui non hanno mai vissuto.

Casa, è una parola semplice composta da 4 lettere e 2 sillabe, non dovrebbe essere così difficile da definire. E' una di quelle cose che ti fan disegnare di piccolini. Ricordo che nei tempi che furono disegnai la facciata dell'appartamento dove vivevo con la mia famiglia. Pensavo che quella sarebbe stata la mia casa per sempre, ma già a 14 anni mi trasferii; a 19 anni partii per il mare del Nord-Ovest e il resto della storia la conoscete.
Per tanto tempo ho pensato che la casa fosse il luogo dove abitavo con i miei genitori, il luogo dove i miei più vecchi ricordi vivono, un posto dove a ogni angolo potevo trovare un aneddoto da ricordare.
Col tempo, e i vari viaggi in giro per i mari del Nord, ho capito che con Casa si può definire qualcosa di molto più ampio, non riconducibile solamente a una concezione spaziale.

Casa può essere qualcosa di fisso, come la casa dei propri genitori, ma Casa è anche quando stai con determinate persone. In quel caso non si crea un luogo fisico preciso, perchè questo può variare l'importante è che ci siano quelle determinate persone. Ahimè la maggior parte sono persone che vivono distanti da me, per cui mi debbo accontentare di quei pochi momenti di ritrovo e viverli minuto per minuto.
Un tempo ero certa che la casa dove ho passato la mia adolescenza fosse, la Casa; oggi non ne sono così certa. Ovvio è stata la Casa dove ho vissuto e dove mi sento a mio agio. Ma è come nuotare in una pozzanghera adesso. Finchè ero un pesce piccolo poteva andare bene, adesso comincio a sentire il bisogno di andare oltre, verso il blu sconfinato.
Lo so i miei piani segreti, prevedono un'ulteriore allontanamento da tutto e tutti. Forse è perchè non riesco a stare per troppo tempo in un posto, forse perchè la mia voglia di viaggiare è più forte di quella di stabilirmi (essì sono di quelle ragazze a cui piace avere un ragazzo in ogni porto!).
Ma cosa posso dire, il mare si muove e io con lui.

"Home is where I want to be", diceva David Byrne nella canzone This must be the place, aggiungeva inoltre
"But i guess i'm already there", non riesco a condividere pienamente. 

Se davvero fossi a Casa, allora perchè me ne voglio andare?




Cap'n Poppa

mercoledì 7 marzo 2012

La fine del mare. Racconti di Capitan Poppa

6 marzo 2012, dopo una nottata abbastanza tranquilla, mi sveglio come tutte le mattine: una sosta in bagno e poi prepararmi la colazione, latte di soia e fette biscottate.
Il mare scorreva tranquillo, ognitanto qualche onda ma nulla di particolare. Le ore passavano e l'arrivo di alcuni vecchi amici arrivati dal mare centrale, rende il tutto più piacevole, vecchi racconti di mare e baruffe da nostromi.
Arriva il momento dei saluti, devo partire per arrivare al grande esame finale per uscire dal mare del nord-ovest.
Parto da sola, raccolgo i miei pensieri non son più tranquilla e il mare lo sa, comincia ad agitarsi come me, arrivo all'ultimo attracco e trovo il Colonnello che ha seguito le avventure di 3 anni. Dopo poco arriva Mot Mot, lui essendo per metà cyborg e metà umano non è per niente preoccupato (diciamo è anche 1/4 rettiliano), forse non conosce quell'emozione che è la preoccupazione o forse, stupidamente, si fida fin troppo del suo Capitano.
Comincio a stendere le carte per la navigazione, e aspetto l'arrivo degli altri Colonnelli.
Nel mentre arrivano altri marinai, quelli del mare centrale, altri del mare di nord-ovest e fra tutti i miei parenti.


Il momento è arrivato, i Colonnelli son schierati tutti davanti a me, e la tempesta ha inizio.
Non c'è tempo per l'agitazione, per le ansie.
Comincio a parlare e parlare i pensieri sono veloci come le immagini e come la tempesta, e senza accorgermi, è arrivato il momento di guardare le carte di navigazione e mostrarle a tutto il pubblico dietro di me. Fu quello il momento in cui mi resi conto di aver un sacco di gente dietro di me, che è sempre stata lì a osservarmi.


La tempesta si calma, i Colonnelli prendono la parola ed è quello il momento della verità. Loro cominciano a parlare di ciò che han visto, ma son parole positive. C'è chi dice che io abbia un'intuito particolare, qualcun'altro mi fa domande specifiche sulle argomentazioni.
Un applauso scrosciante segue la fine della parole del Gran Colonnello, a questo punto i colonnelli si dovranno riunire per decidere la votazione.
Fanno uscire tutti dalla sala, e l'attesa sembra essere infinita, dall'oblò li può veder parlare, intanto la gente comincia a farmi i complimenti per l'eccellente esposizione.


Il momento è giunto i Colonnelli han deciso, rientriamo tutti e tutti alzati. Io davanti a loro un po' intimorita, cercando di pensare ed eventuali imperfezioni. Il Gran Colonnello a gran voce comincia a leggere una pergamena, e quando arriva il momento della votazione fa una pausa, che sembrava lunghissima. E poi solennemente dichiara la votazione, il massimo dei voti. La folla comincia ad applaudire, applaudono i Colonnelli e io sorrido. Uno scrosciare di applausi, tanti tantissimi ed è stato quell'istante che ho capito di quante cose sono successe durante questi ultimi anni. Di quante persone ho conosciuto e quante di queste abbiano creduto in me fino alla fine. Che forse veramente farò il capitano e navigherò per tutta la vita, adesso guardo indietro e vedo il canale appena superato. Sono di nuovo in mare aperto e una nuova avventura avrà inizio!


p.s. lo stesso giorno Ammiraglio Bell'homen e Carpentiere uscirono dal canale.


Cap'n Poppa


Bè questa è la versione un po' marinaresca di quella che è stata la mia laurea, dopo vari rimandi finalmente mi son laureata con 110 e lode. 
Grazie a tutti










mercoledì 29 febbraio 2012

Quiete prima della tempesta. Racconti di Capitan Poppa

Questo è uno di quei viaggi da affrontare da soli.
Uscire dal mare del nord-ovest, non è stata cosa facile. Bisogna attraversare uno stretto canale di burocrati che lanciandoti le loro cartacce non fanno altro che ritardarti, in principio la partenza era prevista 6 mesi fa. Con una grande ondata fui tragicamente rispedita all'inizio di questo canale, mentre vedevo altri partire così senza problemi.
Forse la rabbia e tanta insoddisfazione mi hanno portato avanti, ma più di tutti la vera motivazione che mi è sempre stata accanto durante questo lungo tragitto è la passione.
Quella spinta interiore, quell'amore per le cose che si fanno. E' questo che giorno dopo giorno ha nutrito il mio spirito, credere nelle cose che facevo e che tutto questo sarebbe solo stato l'inizio.
Il canale a tratti era scorrevole, diciamo anche un po' noioso, verso la fine si sono incontrati molti più scogli e alcuni pazzi che chiedevano dazio. Avevo quasi perso ogni speranza, quando a un certo punti scorsi le colonne che indicano la fine del canale.

Le vedo anche adesso le colonne, mi sembrano così lontane, ma un po' di giorni di navigazione e saranno chiare e distinte. Spero di essere nata con la camicia con quel Capitano di quella vecchia storia.

Cap'n Poppa

lunedì 27 febbraio 2012

Canzoni da sogno

Stanotte nella miriade di sogni-incubi fatti, ce ne stato uno abbastanza curioso.
Qualcuno mi disse che dovevo cantare una canzone un po' come se fossi a x factor, in quel momento panico che canzone canto? Oddio ma non so le parole e tanti altri pensieri.
Poi cominciai a cantare, una canzone che mi è sempre piaciuta ma che aveva lasciato un po' lì nel dimenticatoio.
In the lap of the gods dei Queen. Sarà quella sottile voce di Freddie Mercury che rompe il silenzio, i cori al seguito (tipici di tutta la discografia Queen) e dalla chitarra, una leggera batteria tiene il tempo insieme al basso, il pianoforte accompagna la voce.

Non so esattamente perchè abbia cantanto questa canzone in sogno, me lo chiesero anche nel sogno e risposi "bè perchè i Queen sono il mio primo amore musicale, io li adoro"

In the lap of the gods

Traduzione testo:
E' così facile, ma non riesco a farlo
Così rischioso, ma ci devo provare
E' così divertente, ma non c'è niente
 da ridere
Il mio denaro, è la sola cosa di cui vuoi
 parlare
Capisco cosa vorresti che io fossi
Ma non sono stupido


E' nelle mani degli dei
Capisco che cosa vorresti che io fossi
Ma non sono uno stupido


Non c'è inizio nè fine
Non c'è un significato nella mia finzione
Credimi, la vita continua, ancora e ancora
Perdonami quando ti chiedo 
 qual'è il mio posto
Dici che io (puoi farlo) non riesco 
 (non puoi farlo, puoi andare, posso lasciarti)
A lasciarti libera
Ma non è vero


E' nelle mani degli dei
Capisco che cosa vorresti che io fossi
Ma non sono stupido
E' nelle mani degli dei
Ohh la la la oh
Ohh la la
Ah uh
Ma non è vero 
E' nella mani degli dei..
Ma non sono stupido
E' nelle mani degli dei..

venerdì 24 febbraio 2012

Capitan Poppa la storia di una vita in mare aperto.

Non è sempre stata Capitan Poppa, fu conosciuta con altri nomi in altre epoche e in altri luoghi.
In principio fu Topina.
Nonostante la sua famiglia erano gente di terra, sua madre odia e ha sempre odiato Venezia, lei ha sempre sognato il mare, non solo d'estate ma in tutte le sue stagioni. La sua passione per la pirateria nacque circa all'età di 6 anni, quando sua madre le raccontò del Capitano nato con la camicia. La storia veniva sempre narrata con una barchetta di carta, e mentre la madre raccontava di quella orrenda tempesta che colpì la nave dell'intrepido Capitano, la poppa e la prua venivano strappate, e infine un'ondata distrusse l'albero maestro.
A quel punto sembrava che per il Capitano non ci fosse più niente, e invece egli si salvò e si ritrovò su un'isola che pareva un paradiso, e questo perchè egli "era nato con la camicia" e dopo aver pronunciato queste parole, la madre disfò la barchetta ormai distrutta, trasformandola in una maglietta.
Questo racconto rimase nel cuore del giovane capitano, ma col passare degli anni quella passione per il mare e per le avventure pian piano svanì. Passarono anni in cui voleva essere una supereroina chiamata Catwoman, oppure cacciare piccoli mostri portatili e farli combattere fra di loro. 
Cominciarono i suoi studi in campo artistico, e ogni tanto quel desiderio del mare si faceva vivo ma debole, fu in una gita a Venezia, mentre col vaporetto attraversavano Canal grande la sera, vide una serie di luci danzanti nell'acqua; erano i riflessi delle altre barche e di qualche gondola. I giochi di luce dell'acqua erano qualcosa di magico, e riaccese il suo desiderio di mare e avventure.
All'età di 16 anni entrò nella ciurma di Capitan Farinotti  (dal baffo danzante) nei mari centrali, a quell'epoca il suo nome era Davy K, svolgeva il semplice ruolo di nostromo, ammainava le vele e sbucciava patate per il pranzo. Era un mestiero duro, ma lei aspirava a tanto voleva seguire le orme del suo Capitano ed avere una ciurma tutta sua.
A 18 anni ormai con una buon esperienza navale, lasciò la ciurma di Capitan Farinotti, quest'ultimo le lasciò un bigliettino prima di andarsene, che lei conserva ancora gelosamente su cui nessuno sa cosa ci sia scritto.
Cominciò a navigare nel mare del nord-ovest conosciuto solo nella sua infanzia, solo dopo un paio di anni di navigazione si autoproclamò Capitan Poppa, mise su una piccola ciurma volenterosa conosciuta in questo mare. Fu così che ebbero inizio le mirabolanti avventure.


domenica 12 febbraio 2012

parole

Surfando nella rete in modo molto casuale, sono ritornata su una definizione che lessi lo scorso anno.
Per quanto esistano tante parole, e tante lingue, non si possono trovare termini per ciascuna esperienza umana. Almeno così sembrerebbe.
Mamihlapinatapai: Guardarsi reciprocamente negli occhi sperando che l'altra persona faccia qualcosa che entrambi desiderano ardentemente, ma che nessuno dei due vuole fare per primo.

E' una parola che mi ha lasciato basita, sia per la difficoltà nella pronuncia (non ricorderò mai per intero una parola) che per la sua definizione. Descrive perfettamente un'esperienza umana!
Le parole non hanno confini.

domenica 5 febbraio 2012

Il cielo cade?

Sarà che ho appena finito di guardare un Anime che come sottotitolato ha "sfondamento dei cieli", sarà che ho fatto una scorpacciata di teorie complottistiche.
Però ci ho pensato e se il cielo ci cadesse addosso?
Certo già la letteratura, il mondo del cinema e dei fumetti ci hanno parlato di questa paura, dai vichinghi che al solo pronunciare queste parole si riparavano sotto i tavoli a Chicken Little che vedeva pezzi di cielo cadere.
Ecco è una paura irrazionale, come può il cielo cadere? Letteralmente non saprei come questo possa accadere, magari un ipotetico attacco alieno? (no non mi son fatta condizionare dai rettiliani!) Oppure un mega asteroide..
Metaforicamente sarebbe il crollo delle certezze.
Perchè il cielo è una certezza è uno di quelle conoscenze innate che abbiamo, è lì statico azzurro.
In realtà non saprei come approfondire il discorso, è solo che guardando in alto forse non riesco più a vedere spensieratamente le stelle. Sarà una sensazione passeggera, ma adesso come adesso ho paura che un pezzo di cielo possa arrivarmi in testa.

giovedì 26 gennaio 2012

Pilota automatico

Dopo tanto, tanto, tempo si è finalmente presentata l'occasione per tornare a incidere, come un anno fa.
Dopo una pulizia totale della lastra di è passati all'inceratura, e l'odore della cera calda (che potrebbe essere vista come una puzza) mi ha riportato alla mente tutti quei ricordi che solitamente sono addormentati da qualche parte nel mio cervello.
Bastato un niente per far partire tutta una serie di ricordi a catena.
Dopo l'inceratura, si trasferisce il disegno sulla lastra e si comincia a togliere la cera, poichè non è che si incida proprio adesso, l'incisione la farà poi la morsura in acido.
Un lavoro lento.
Ho preso le cuffie messe su e cercato l'album che ascoltavo sempre quando "incidevo" i Foo Fighters con una serie di canzoni acustiche. Il suono della chitarra comincia, una riconoscibile cover di Blackbird dei Beatles, segna l'inizio delle ombreggiature.
La punta scivola veloce, togliendo piccoli riccioli di cera al suo passaggio. Mi sembra di stare in quella grande aula che odorava di solventi e chissà quale altro agente chimico. Un seggiolino scomodo e un cavalletto sgangherato, queste erano le condizioni, ma andava bene così. Finchè i Foo Fighters cantavano e strimpellavano, si poteva continuare.
Pensando ai ritocchi col bitume, piccoli impercettibili quasi ma loro son lì che ti guardano beffeggiandosi di te perchè non hai steso perfettamente la cera prima. Pensando alla morsura ai tempi diversi di immersione e poi copertura di alcune parti. Non deve essere tutto in primo piano.
Mi è mancato terribilmente fare incisione, era come se mettessi il pilota automatico per 3 ore.
La mente vagava liberamente nei suoi pensieri, senza le preoccupazioni perenni e gli impegni incombenti.
Eravamo io e la lastra.
Poi le 3 ore passavano, tutti ci salutavamo. Io ero sempre l'ultima a lasciare l'aula sarà che finivo sempre di pulire e rimettere a posto tutto quello rimasto in giro, e mi godevo un po' di più quella tranquillità donatami da una grande aula vuota. Sistemavo le mie cose e dimenticavo di togliermi il camicione da lavoro, ancora impregnato di quell'odore di solventi. Ancora con la mente libera, salivo sulla bici e tornavo a casa e ripensavo agli ultimi ritocchi che dovevo fare sulla lastra cui stavo lavorando.

Oggi non è primavera, e non sono stata 3 ore su una lastra, non dovevo tornare a casa in bici.
Oggi c'eravamo solo io e la lastra.


martedì 24 gennaio 2012

Susy so busy

Fra una cosa e un'altra sono perennemente occupata da qualcosa, vuoi che sia la tesi, vuoi i vari lavori commissionati o il portfolio da ultimare o qualsiasi altro impegno. Ecco perchè un mio amico mi ha detto questa frase " beh la susy so busy mi mancava, sei una donna in carriera ormai "
Sto nel pavese ogni tanto per poi tornare su nel novarese, ciarlare di tesi compilare e consegnare moduli, mandare in stampa file, incontrare persone (anche per mantener un po' una vita sociale).
In questo tutto tram tram, ho trovato il tempo di fare qualche foto con la mia amata Eos (ultimamente un po' lasciata nella sua rimessa povera) e altre dei ritagli di noia.
Nonostante certe volte penso "basta io voglio solo un po' di tranquillità, voglio sdraiarmi sul divano e non fare nulla!" mi piace essere perennemente occupata, impegnata in qualcosa. 
Ci penso ognitanto al mio futuro, se da grande sarò una donna in carriera senza legami, o donna di casa.. bè unire le due soluzioni no?



portfolio in progress

finalmente ho trovato lo scaldanaso




mercoledì 11 gennaio 2012

C'è crisi

Ormai è diventato un mantra dire che c'è crisi, scusarsi per qualsiasi cosa usando questa semplice formula!
La crisi non porta solo meno soldi in tasca (non dico a tutti noi perchè c'è chi ancora sguazza nei soldi), porta anche cambiamenti delle abitudini, quindi una colazione in meno al bar, oppure guardare certi canali tv piuttosto che altri.
Ed è proprio quest'ultima che ha catturato la mia attenzione; con l'avvento del digitale terrestre siamo stati sommersi da tanti canali, ciascuno che sembra offrirci un nuovo intrattenimento, che poi si rivelerà nel giro di 1 mese, sempre le solite cose.
Un canale su tutti ha preso il sopravvento, volenti o nolenti, ed è Real Time.
Canale che offre programmi sulla cucina, su chi cerca casa, sulle lezioni di stile; un canale dove non c'è il telegiornale. Paradossalmente è più vicino allo spettatore, perchè i protagonisti dei programmi sono persone comuni, ma allo stesso tempo allontana lo spettatore dalla realtà del mondo, togliendogli i telegiornali (che si suppone dicano la verità ma anche questo è tutto da vedere), chiudendolo in un piccolo mondo perfetto dove l'unica cosa che può andare storta è una decorazione di una torta.
In fondo siamo noi stessi che ci vogliamo nascondere in questo mondo rosa e blu, non ci piace quello che vediamo fuori, crisi, violenze, maiali che ingrassano..
E come darci torto?

domenica 1 gennaio 2012

2012

Rieccoci con il consueto appuntamento di inizio anno, in cui viene fatto un piccolo reso conto dell'anno che fu e dell'anno che verrà.
Caro 2011, non sei stato un anno piacevole certamente ci son stati dei buoni momenti, purtroppo sulla bilancia i momenti negativi sorpassano quelli positivi. Per svariati motivi.
Motivi accademici, il buon proposito di laurearsi, sfumato così per motivazioni assurde per egoismo di pochi.
Motivi di salute, perchè le persone a me vicine sono state davvero male e ne hanno passate di tutti i colori, sempre per colpa di incompetenti che mettono avanti i guadagni invece che la salute delle persone comuni.
Motivi finanziari, perchè ok che và di modo dire di essere in crisi, ma c'è chi i sacrifici li fa da tutta una vita e ancora ne ha davanti parecchi, mentre i soliti, non pagano mai.
Motivi personali, che riguardano la mia sfera personale di situazioni che so la sottoscritta conosce.
Certo non bisogna pensare solo alle cose negative. Ci sono state anche cose positive.
Motivi accademici, nonostante il rinvio (doppio) della tesi, questa procede molto bene e non lo dico solo io ma anche i relatori competenti.
Motivi lavorativi-progettistici, Chroma sta prendendo piede FINALMENTE! Fine del progetto una foto al giorno.
Motivi personali, aver approfondito determinate conoscenze c'è sempre qualcosa da scoprire sulle persone; e sentirsi apprezzati per il lavoro che si fa.
Motivi di viaggio, ho girato davvero tanto e questo mi ha dato l'occasione di conoscere posti nuovi e persone nuove.
2011, sei stato un anno faticoso, ho lasciato da parte tante cose per inseguirne altre. Ho lasciato da parte a un certo punto me stessa, per poi ritrovarmi lì dove son sempre stata (ma questa è una considerazione che feci già tempo addietro quando festeggiai il mio personale capodanno). Infatti un proposito per l'anno nuovo è pensare più a se stessi, proposito che porto a termine con grande difficoltà.
Il 2011 è stato salutato in grande allegria tutto sommato, forse perchè tutti i presenti non vedevano l'ora di liberarsene, fra lo spumante e i botti distruttivi.
Qualcosa per definire il 2011? L'anno delle prese per il Culo.

2012, mi auguro un anno serio, più equilibrato e più speranzoso. Fra i fumi della crisi finanziaria e quant'altro sarebbe anche ora di rendersi conto che è tempo di cambiare direzione... Ma questo discorso lo devono capire i grandi.
Il benvenuto per il 2012 è stato un po' caotico, un po' da sfollati visto come eravamo impilati a dormire; 8 persone in una stanza con relativi sacchi a pelo o materassi gonfiabili, seguito da una serissima discussione sulle scoreggie e sul russare.
Il menù della colazione prevede Pizza della sera prima, un piatto prelibato, per pochi palati fini (in realtà quasi tutti avevano schifo di questa pizza mattutina, ma a parer mio non capiscono niente!), e poi via si ritorna a casa, dopo svariate ore di treno.
E adesso dopo aver dormito 4 ore, essermi vista un film, e star comodamente sdraiata nel letto; mi rendo conto che è il 2012, che quest'anno non mi spaventa minimamente, nonostante le bruttissime notizie del tg. Sento di affrontare questo nuovo anno con un nuovo spirito di iniziativa su tutti i fronti.
Non mi resta che augurarvi un buon anno anche a voi e lasciarvi con un immagine e una canzone che un po' sarà l'inno di quest'anno.



Negrita: Fuori Controllo