mercoledì 29 febbraio 2012

Quiete prima della tempesta. Racconti di Capitan Poppa

Questo è uno di quei viaggi da affrontare da soli.
Uscire dal mare del nord-ovest, non è stata cosa facile. Bisogna attraversare uno stretto canale di burocrati che lanciandoti le loro cartacce non fanno altro che ritardarti, in principio la partenza era prevista 6 mesi fa. Con una grande ondata fui tragicamente rispedita all'inizio di questo canale, mentre vedevo altri partire così senza problemi.
Forse la rabbia e tanta insoddisfazione mi hanno portato avanti, ma più di tutti la vera motivazione che mi è sempre stata accanto durante questo lungo tragitto è la passione.
Quella spinta interiore, quell'amore per le cose che si fanno. E' questo che giorno dopo giorno ha nutrito il mio spirito, credere nelle cose che facevo e che tutto questo sarebbe solo stato l'inizio.
Il canale a tratti era scorrevole, diciamo anche un po' noioso, verso la fine si sono incontrati molti più scogli e alcuni pazzi che chiedevano dazio. Avevo quasi perso ogni speranza, quando a un certo punti scorsi le colonne che indicano la fine del canale.

Le vedo anche adesso le colonne, mi sembrano così lontane, ma un po' di giorni di navigazione e saranno chiare e distinte. Spero di essere nata con la camicia con quel Capitano di quella vecchia storia.

Cap'n Poppa

lunedì 27 febbraio 2012

Canzoni da sogno

Stanotte nella miriade di sogni-incubi fatti, ce ne stato uno abbastanza curioso.
Qualcuno mi disse che dovevo cantare una canzone un po' come se fossi a x factor, in quel momento panico che canzone canto? Oddio ma non so le parole e tanti altri pensieri.
Poi cominciai a cantare, una canzone che mi è sempre piaciuta ma che aveva lasciato un po' lì nel dimenticatoio.
In the lap of the gods dei Queen. Sarà quella sottile voce di Freddie Mercury che rompe il silenzio, i cori al seguito (tipici di tutta la discografia Queen) e dalla chitarra, una leggera batteria tiene il tempo insieme al basso, il pianoforte accompagna la voce.

Non so esattamente perchè abbia cantanto questa canzone in sogno, me lo chiesero anche nel sogno e risposi "bè perchè i Queen sono il mio primo amore musicale, io li adoro"

In the lap of the gods

Traduzione testo:
E' così facile, ma non riesco a farlo
Così rischioso, ma ci devo provare
E' così divertente, ma non c'è niente
 da ridere
Il mio denaro, è la sola cosa di cui vuoi
 parlare
Capisco cosa vorresti che io fossi
Ma non sono stupido


E' nelle mani degli dei
Capisco che cosa vorresti che io fossi
Ma non sono uno stupido


Non c'è inizio nè fine
Non c'è un significato nella mia finzione
Credimi, la vita continua, ancora e ancora
Perdonami quando ti chiedo 
 qual'è il mio posto
Dici che io (puoi farlo) non riesco 
 (non puoi farlo, puoi andare, posso lasciarti)
A lasciarti libera
Ma non è vero


E' nelle mani degli dei
Capisco che cosa vorresti che io fossi
Ma non sono stupido
E' nelle mani degli dei
Ohh la la la oh
Ohh la la
Ah uh
Ma non è vero 
E' nella mani degli dei..
Ma non sono stupido
E' nelle mani degli dei..

venerdì 24 febbraio 2012

Capitan Poppa la storia di una vita in mare aperto.

Non è sempre stata Capitan Poppa, fu conosciuta con altri nomi in altre epoche e in altri luoghi.
In principio fu Topina.
Nonostante la sua famiglia erano gente di terra, sua madre odia e ha sempre odiato Venezia, lei ha sempre sognato il mare, non solo d'estate ma in tutte le sue stagioni. La sua passione per la pirateria nacque circa all'età di 6 anni, quando sua madre le raccontò del Capitano nato con la camicia. La storia veniva sempre narrata con una barchetta di carta, e mentre la madre raccontava di quella orrenda tempesta che colpì la nave dell'intrepido Capitano, la poppa e la prua venivano strappate, e infine un'ondata distrusse l'albero maestro.
A quel punto sembrava che per il Capitano non ci fosse più niente, e invece egli si salvò e si ritrovò su un'isola che pareva un paradiso, e questo perchè egli "era nato con la camicia" e dopo aver pronunciato queste parole, la madre disfò la barchetta ormai distrutta, trasformandola in una maglietta.
Questo racconto rimase nel cuore del giovane capitano, ma col passare degli anni quella passione per il mare e per le avventure pian piano svanì. Passarono anni in cui voleva essere una supereroina chiamata Catwoman, oppure cacciare piccoli mostri portatili e farli combattere fra di loro. 
Cominciarono i suoi studi in campo artistico, e ogni tanto quel desiderio del mare si faceva vivo ma debole, fu in una gita a Venezia, mentre col vaporetto attraversavano Canal grande la sera, vide una serie di luci danzanti nell'acqua; erano i riflessi delle altre barche e di qualche gondola. I giochi di luce dell'acqua erano qualcosa di magico, e riaccese il suo desiderio di mare e avventure.
All'età di 16 anni entrò nella ciurma di Capitan Farinotti  (dal baffo danzante) nei mari centrali, a quell'epoca il suo nome era Davy K, svolgeva il semplice ruolo di nostromo, ammainava le vele e sbucciava patate per il pranzo. Era un mestiero duro, ma lei aspirava a tanto voleva seguire le orme del suo Capitano ed avere una ciurma tutta sua.
A 18 anni ormai con una buon esperienza navale, lasciò la ciurma di Capitan Farinotti, quest'ultimo le lasciò un bigliettino prima di andarsene, che lei conserva ancora gelosamente su cui nessuno sa cosa ci sia scritto.
Cominciò a navigare nel mare del nord-ovest conosciuto solo nella sua infanzia, solo dopo un paio di anni di navigazione si autoproclamò Capitan Poppa, mise su una piccola ciurma volenterosa conosciuta in questo mare. Fu così che ebbero inizio le mirabolanti avventure.


domenica 12 febbraio 2012

parole

Surfando nella rete in modo molto casuale, sono ritornata su una definizione che lessi lo scorso anno.
Per quanto esistano tante parole, e tante lingue, non si possono trovare termini per ciascuna esperienza umana. Almeno così sembrerebbe.
Mamihlapinatapai: Guardarsi reciprocamente negli occhi sperando che l'altra persona faccia qualcosa che entrambi desiderano ardentemente, ma che nessuno dei due vuole fare per primo.

E' una parola che mi ha lasciato basita, sia per la difficoltà nella pronuncia (non ricorderò mai per intero una parola) che per la sua definizione. Descrive perfettamente un'esperienza umana!
Le parole non hanno confini.

domenica 5 febbraio 2012

Il cielo cade?

Sarà che ho appena finito di guardare un Anime che come sottotitolato ha "sfondamento dei cieli", sarà che ho fatto una scorpacciata di teorie complottistiche.
Però ci ho pensato e se il cielo ci cadesse addosso?
Certo già la letteratura, il mondo del cinema e dei fumetti ci hanno parlato di questa paura, dai vichinghi che al solo pronunciare queste parole si riparavano sotto i tavoli a Chicken Little che vedeva pezzi di cielo cadere.
Ecco è una paura irrazionale, come può il cielo cadere? Letteralmente non saprei come questo possa accadere, magari un ipotetico attacco alieno? (no non mi son fatta condizionare dai rettiliani!) Oppure un mega asteroide..
Metaforicamente sarebbe il crollo delle certezze.
Perchè il cielo è una certezza è uno di quelle conoscenze innate che abbiamo, è lì statico azzurro.
In realtà non saprei come approfondire il discorso, è solo che guardando in alto forse non riesco più a vedere spensieratamente le stelle. Sarà una sensazione passeggera, ma adesso come adesso ho paura che un pezzo di cielo possa arrivarmi in testa.